Imparare l’almetazione consapevole con la Mindful Eating

Ci sono dei cibi che proprio –è più forte di noi!- non riusciamo a mangiare in maniera adeguata: ne prendiamo a pugni e perdiamo la consapevolezza mentre li mangiamo. Non sappiamo dire quante patatine, noccioline, biscottini, cioccolatini abbiamo inghiottito e mentre ne mangiavamo ci trovavamo come in stato di trance, totalmente rapiti dalla tv, dalla chiacchierata del momento o semplicemente dalla foga che quelle cose, tanto saporite da stordire il palato e la mente, suscitavano in noi. Ci sono, poi, alcune persone che mangiano in questo stato di trance molte volte ed altre che mangiano così quasi sempre, a prescindere dalla categoria di cibi. Nel tempo tali meccanismi si sono cristallizzati, risultano duri a morire, difficili da modificare.

“Le noccioline si mangiano proprio a pugni, non ci si può far nulla. L’unico modo per evitare una scorpacciata è evitarle del tutto!”

Mai fu detta cosa più sbagliata sulle noccioline! La verità è che abbiamo appreso dei meccanismi alimentari, soprattutto nei confronti di determinate categorie di cibi (di solito cibi saporiti, piccoli e che hanno la cattiva fama di essere ‘cibi spazzatura’), che nel tempo sono andati a rinforzarsi sempre di più, in un ciclo auto-perpetuantesi fatto di divieto-abbuffata-nuovo divieto-nuova abbuffata… cristallizzandosi sempre più.

C’è un modo per evitare questa catastrofe? Si. E si chiama Mindful Eating!

Il mindful based eating awereness training (training di alimentazione consapevole basato sulla mindfulness) è un percorso strutturato che prevede nove incontri, durante i quali si impara a mangiare in maniera consapevole proprio quei cibi che ci vietiamo, in quanto rappresentano gli inneschi delle abbuffate o delle scorpacciate. In seduta, di volta in volta, ci si esercita a “smontare” gli abituali meccanismi di alimentazione inconsapevole, mangiando consapevolmente insieme al trainer o al terapeuta proprio i cibi che che maggiormente ci fanno perdere la testa (patatine, pretzel, noccioline, cioccolatini,…). Fra una sessione e l’altra, il paziente si esercita a casa, sia praticando la meditazione di consapevolezza in maniera strutturata (un file audio di 20 minuti, che guida il paziente a meditare utilizzando le sensazioni corporee), sia praticando la meditazione non strutturata con i propri cibi innesco.

Il protocollo è stato ideato da Jean Kristeller nel 1999 ed è stato validato grazie all’utilizzo di test in entrata ed in uscita, che hanno messo in evidenza come il percorso sia particolarmente efficace per chi soffre di abbuffate compulsive

Personalmente, lo utilizzo molto con i miei pazienti e la risposta è sempre molto positiva da parte loro, oltre che per l’utilità del protocollo, anche perché risulta divertente e stimolante. Lo consiglio a tutti coloro che vogliono imparare a “fare l’amore con il cibo”, oltre che a chi soffre di abbuffate compulsive: il percorso permette, infatti, di fare esperienze alimentari come mai accaduto prima